Spiace che il Pd continui a strumentalizzare i numeri di bilancio in maniera poco corretta. Tutte le obiezioni riportate nell’ultimo comunicato sono esattamente le stesse espresse in Consiglio Comunale, rispetto alle quali vi è stata una chiara, esauriente e dettagliata spiegazione sia da parte del Dirigente dell’Area Servizi Finanziari, sia del Sindaco.
Si riepiloga in sintesi:
- il bilancio 2017 si è chiuso con un avanzo di 5 milioni che sono stati accantonati per le riserve di legge, non certo con un disavanzo di 1,8 (il Pd fa confusione tra contabilità finanziaria e conto economico);
- in ogni bilancio ci sono voci di entrata e di uscita: parlare di 25 milioni di residui attivi leggendo una sola parte dello strumento finanziario, significa generare solo confusione: è come pensare di avere un milione in più per un mutuo di tale importo contratto, senza vedere che alla voce uscite i soldi sono serviti per finanziare un’opera pubblica;
- le entrate, comprese quelle tributarie, sono esattamente in linea con quelle degli anni precedenti; il non riscosso non significa che non sarà incassato, in quanto saranno emessi i relativi ruoli di pagamento nei termini previsti dalla legge;
- le spese correnti e quelle di investimento non scontano minimamente le eventuali mancate entrate, dal momento che per legge è istituito il fondo crediti di dubbia esigibilità e dunque con le nuove norme non è possibile - a differenza di quanto si poteva fare in passato quando il Pd era al governo della città - spendere soldi non incassati.
“Ad ogni modo - ha sottolineato il sindaco Massimo Bacci - ci piacerebbe confrontarci pubblicamente con il Pd sulla gestione della finanza pubblica qui a Jesi negli ultimi 10-15 anni. È bene che Jesi sappia fino in fondo come venivano spesi i soldi dei cittadini tra consulenze e società partecipate e la fatica che hanno compiuto le liste civiche per risanare il bilancio e mettere i conti in perfetto ordine”.
Comune di Jesi
Jesi, 30 aprile 2018