L'Oasi di Ripa Bianca rientra ora nei programmi dell'Enel. L'interesse dell'Ente è finalizzato al "Progetto Natura e Territorio". In sintesi, l'Enel, impegnerà 1.300 miliardi di lire l'anno per potenziare oasi esistenti, individuare aree per nuove aree protette, realizzare nuovi sentieri natura, promuovere il turismo. Sono otto le oasi che l'Enel intende valorizzare sotto il profilo ambientale. Oltre a Ripa Bianca ci sono: Alviano (Tr), Vulci (Vt), Orti-Bottegoni (Li), Serra Persano (Ce), Nazzaro Farfa (Rm), Crava-Morozzo (Cn), Albanella (Ro). Si tratta di otto aree protette di grande valore floristico e faunistico che con il Progetto Natura e Ambiente dell'Enel avranno ulteriori possibilità di operatività. Come si può notare l'area protetta di Ripa Bianca è l'unica presa in considerazione dall'Enel nelle Marche. Il progetto - non ancora definito nell'impegno di spesa particolareggiato - sarà realizzato assieme agli enti locali ed al WWF che gestisce l'oasi jesina. Saranno interessati anche Università degli Studi e Istituti di ricerca con i quali l'Enel ha già stipulato le necessarie convenzioni.
Il Comune di Jesi intende suggerire all'Enel la realizzazione, sulle briglie esistenti, di una salita di monta per i pesci dai particolari costruttivi stabiliti dalla vigente legislazione e per quanto possibile utilizzando tecniche di ingegneria naturalistica.
Manutenzione ordinaria degli ambienti fluviali e dei corsi d'acqua minori
L'Amministrazione comunale dopo aver sostenuto un'indagine conoscitiva, proposta dalla locale sezione della Federcaccia circa lo stato dei corpi idrici nel territorio comunale (Deliberazione della Giunta Comunale n. 528 del 19/06/96) ha avviato concretamente un programma di iniziative attualmente in corso per il ripristino e la manutenzione ecologica degli ambiti fluviali e dei torrenti classificati come demaniali. Tali iniziative possono essere indicate, a seconda del sito di intervento, come segue:
alveo fiume Esino: operazioni di diradamento della vegetazione in alveo secondo modalità concordate in apposito disciplinare con i volontari che hanno offerto la loro collaborazione al Comune. In sostanza il Comune ha ottenuto le debite autorizzazioni dalla Regione Marche e dalla Intendenza di Finanza per abbattere la vegetazione in alveo ed ha delegato 65 gruppi di volontari ad eseguire materialmente gli interventi consentendo loro l'asporto del legname ricavato. Tali operazioni si sono svolte nel periodo 15/11/96 - 31/03/97 e 15/11/97 - 31/12/97. Quest'ultima fase è stata preceduta durante l'estate da sopralluoghi sul posto per valutare la bontà degli interventi effettuati e per fornire ulteriori indicazioni da valutare circa gli interventi futuri. Un ulteriore intervento è previsto per il prossimo periodo autunno-inverno.
pertinenze idrauliche del fiume Esino ottenute in concessione: il Comune di Jesi ha ottenuto in concessione da 10 anni a questa parte oltre 10 ettari di lembi di terreno prossimi alle sponde del fiume Esino. Attraverso l'impiego di disoccupati di lunga durata si sta provvedendo alla ripulitura di tali zone dai rifiuti, al governo della vegetazione infestante ed al ripristino della sentieristica preesistente. Il primo intervento attuato riguarda la località Moreggio (in sinistra orografica), la cosiddetta "spiaggia degli jesini" indicata nel progetto Nanni di recupero delle sponde del fiume come quella avocata alla pubblica fruizione. Gli altri siti interessati ai lavori di manutenzione sono localizzati sulla destra orografia del fiume Esino da Ponte Pio a Ponte San Carlo.
fossi demaniali: con i lavoratori del progetto "lavori socialmente utili" ed attivando convenzioni con associazioni del volontariato si provvederà al risanamento dei fossi demaniali iniziando con lo sgombro dei rifiuti e con interventi mirati sulla vegetazione infestante.
Manutenzione straordinaria degli ambienti fluviali e dei corsi d'acqua minori
Per quanto riguarda la manutenzione straordinaria, idraulico-ambientale, dei corsi d'acqua nel territorio comunale, l'Amministrazione ha prodotto uno studio di fattibilità per l'applicazione dell'ingegneria naturalistica in tale contesto. E' stata prodotta un'analisi particolareggiata circa l'attuale stato dei corpi idrici per individuare i siti e le tipologie di intervento più opportune atte ad evitare pericoli di esondazione, di erosione delle sponde e per incrementare l'indice di naturalità delle aree oggetto di interesse. Una équipe di professionisti ha garantito la multidisciplinarietà dello studio medesimo. Alla Regione Marche, intanto, è stata richiesta una delega a favore del Comune per le opere riguardanti il fiume Esino finanziate o finanziabili ai sensi della legge Regionale n. 17 del 1979 e n. 29 del 1985. In quella sede è stato precisato che gli interventi saranno realizzati in ossequio alla circolare della Regione Marche n. 1 del 23/01/97 pubblicata sul BUR del 06/02/97, esplicativa circa le modalità di intervento per le opere idrauliche da realizzarsi sui fiumi e specificatamente ricomprese nell'ingegneria naturalistica. Un primo finanziamento, già attribuito al Comune di Jesi, per questo tipo di opere, ammonta a 450 milioni e riguarda opere di difesa spondale nel tratto compreso tra la briglia dell'Enel (Oasi WWF) ed il Ponte della Barchetta. Per quanto riguarda invece i fossi demaniali il servizio ambiente ha inoltrato nel Marzo scorso al servizio Lavori Pubblici della Regione Marche, una apposita scheda descrittiva per la proposizione di interventi in questi corpi idrici affinché venga inserita negli schemi previsionali e programmatici di cui all'art. 31 della Legge 18/05/89 n. 183 sulla difesa del suolo. La scheda prevede opere per 2.950/milioni. Nei primi mesi del 1998 è stato inviato alla Regione Marche un progetto preliminare riguardante la sistemazione idraulico ambientale dell'Esino (800 milioni) e riproposto, aggiornandolo, quello riguardante l'Acquaticcio.
Ingegneria naturalistica
Per il consolidamento e la difesa delle sponde dei corsi d'acqua da esondazioni ed erosioni, l'Amministrazione Comunale intende promuovere l'adozione di tecniche progettuali ed operative che si rifanno all'ingegneria naturalistica. I vantaggi di tali tecniche consistono nelle loro funzionalità, nel favorevole impatto dal punto di vista paesaggistico e nella economicità di realizzazione. La stessa Regione Marche ha accolto i principi dell'ingegneria naturalistica enunciandoli in una recente circolare in materia di opere di difesa idraulica. Il Comune di Jesi ha inteso stimolare la conoscenza e la diffusione di tali metodiche organizzando un corso di formazione sull'ingegneria naturalistica rivolto a tecnici ed operai. Docenti del corso sono l'Ing. Ambientale Maurizio Bacci ed il Paesaggista e Botanico Dott. Giuseppe Pandolfi. Al corso, rivolto innanzitutto ai lavoratori impiegati nel progetto "lavori socialmente utili", sono stati invitati professionisti collaboratori del Comune di Jesi, tecnici dei Comuni della Vallesina, della Provincia e della Regione. Dopo la prima sessione teorico-pratica, tenuta dal 3 al 7 giugno 1997, si è svolta una seconda sessione consistente nella visita dei cantieri di Ingegneria naturalistica, realizzati o in fase di attuazione nelle zone del Chianti (fiume Pesa e fiume Greve). Si è anche svolta una giornata di studio collaterale al corso riguardante il controllo di qualità delle acque attraverso lo studio della presenza di macro invertebrati. La lezione è stata tenuta dal Biologo Dott. Paolo Turin di Padova. le acque analizzate sono state campionate a monte di Gorgovivo e a monte di Ponte Pio. Nel dicembre 1997 è stato aperto un cantiere didattico di Ingegneria naturalistica presso il fosso Acquaticcio per la durata di 10 giorni in un tratto di 100 metri del fosso Acquaticcio, parallelamente al bosco urbano recentemente collaudato.
Oasi faunistica e riserva naturale protetta
Per quanto riguarda la Zona Ripa Bianca il Comune di Jesi ha inoltrato richiesta alla Provincia di Ancona per ottenere il riconoscimento della zona quale Oasi Faunistica (legge regionale 7/95) e alla Regione Marche per il riconoscimento di riserva naturale protetta (articolo 8 legge Regionale 15/94). Nel piano faunistico provinciale di recente pubblicazione l'ipotesi avanzata dal Comune di Jesi è stata accolta ed è attualmente allo studio la perimetrazione dell'area. Intanto è stata dichiarata oasi faunistica provinciale l'area di 18 ettari, sede dell'oasi WWF-Ripa Bianca.
Infrastrutture per turismo naturalistico - Depurazione acque reflue
Con deliberazione del Consiglio Regionale n. 81 del 02/08/96 è stato approvato il documento di programmazione 1997/1999 che prevede tra gli altri, il finanziamento comunitario FESR rispetto a due importanti interventi: Infrastrutture per turismo naturalistico - Depurazione acque reflue.
Per quanto riguarda le infrastrutture per turismo naturalistico il Comune di Jesi intende ristrutturare la casa colonica ex II.RR.B. oasi Ripa Bianca al fine di esaltarne la valenza nel contesto dell'Oasi stessa ritenendo opportuno di realizzarla con scelte rigorose ed all'avanguardia sotto il profilo tecnico-ecologico.
Per la ristrutturazione verranno adottate infatti tecniche di edilizia ecologica, inquadrabili nella disciplina progettuale della Bioarchitettura, prevedendo una molteplicità esemplificatrice di soluzioni diversificate (tipologie diverse di pareti, di solai, ecc..) rendendole manifeste in chiave illustrativa e didattica per scolaresche, istituti tecnici, ditte e privati direttamente interessati ai problemi costruttivi ecologici. La Regione Marche definirà a breve l'ammontare del finanziamento concesso al Comune di Jesi.
Per quanto riguarda il progetto di depurazione acque reflue, è nei programmi dell'Amministrazione Comunale realizzare un impianto di fitodepurazione a valle del depuratore già in funzione, con l'obiettivo di depurare ulteriormente le acque reflue provenienti dal depuratore esistente presso il ponte della Barchetta, attraverso un processo naturale (biologico) capace di autorigenerazione, attraverso il quale l'acqua depurata possa essere riutilizzata in processi produttivi, tenendo conto degli aspetti igienico-sanitari e distribuita attraverso acquedotti (reti duali) ad uso agricolo e/o industriale. L'impianto dovrebbe assumere le caratteristiche di un parco sub-urbano fruibile a fine ricreativo e didattico, dell'estensione di circa 15 ettari. Il Consorzio Gorgovivo presenterà il progetto specifico alla Regione Marche entro il 30/06/1998.
Realizzazione seconda zona umida nell'Oasi WWF
I problemi di deflusso delle acque bianche relativi ai nuovi insediamenti aree ex SMIA e COAPA2 saranno risolti facendo defluire le acque nell'ex canale Enel della centralina Roncaglia e da questo in area ex II.RR.B. su terreni facenti parte dell'Oasi WWF Ripa Bianca garantendo comunque una minima ricarica dal fiume Esino di mantenimento di un deflusso minimo. Nei terreni ex II.RR.B, attualmente inutilizzati dal punto di vista agricolo per le ricorrenti esondazioni del fiume Esino, sarà realizzata una progettazione naturalistica di una zona umida con individuazione dei siti da destinare a pozza, prato umido, fosso, canneto, bosco planiziale, siepe ecc. con indicazione dei criteri e tecniche di realizzazione. Questa seconda zona umida, particolarmente interessante dal punto di vista ambientale, sia vegetazionale che faunistico, a poca distanza dal laghetto in cui nidificano le nitticore, arricchirebbe il pregio naturalistico e didattico dell'Oasi stessa.
Immobili da destinare alla valorizzazione ed alla funzionalità dell'oasi fluviale in località Roncaglia-Ripabianca
Il Comune di Jesi ha richiesto l'acquisizione, da parte della provincia di Ancona, di un immobile da destinare alla realizzazione di un'oasi fluviale in località Roncaglia-Ripabianca. Si tratta del fabbricato ex centralina idroelettrica di proprietà dell'Enel. L'acquisizione del manufatto ha una valenza strategica per l'ampliamento e la funzionalità dell'oasi fluviale, considerato che l'Oasi WWF Ripa Bianca, dell'estensione di circa 18 ettari, costituisce l'embrione di una più vasta area protetta, di circa 300 ettari, la cui istituzione è già stata richiesta alla Regione Marche.
L'immobile sarà finalizzato alla realizzazione di una struttura permanente per l'educazione ambientale e la fruizione dell'oasi, ospitando una foresteria, con annessa cucina, sale multimediali e laboratori didattici e un'area espositiva con il recupero delle attrezzature della vecchia centrale per l'allestimento di un museo dedicato alla passata attività di produzione di energia elettrica, quale esempio di archeologia industriale.
Sistemazione finale ex discarica Mazzangrugno
E' stato redatto un progetto per l'esecuzione dei lavori riguardanti la sistemazione finale dell'ex discarica non controllata di Mazzangrugno limitrofa alla zona calanchiva di Ripa Bianca. Si tratta di un investimento di circa 300 milioni con il quale si potrà provvedere a realizzare in prossimità della strada provinciale, zona Mazzangrugno, un'area panoramica e di sosta dalla quale è ben visibile il tratto di fiume comprendente l'Oasi WWF Ripa Bianca. La zona panoramica, dopo i necessari movimenti terra sarà ripiantumata, sarà realizzato un sentiero che condurrà ad un belvedere protetto da una staccionata. Nella parte bassa dell'ex discarica si provvederà ad un consolidamento della sponda destra del fiume Esino e ad effettuare ulteriori piantumazioni.
Percorsi ciclabili ed ambientali
Con deliberazione di Giunta Comunale n. 213 del 21/02/97 si è affidato un incarico al perito agrario Luciano Carletti per uno studio generale di fattibilità sulla realizzazione dei percorsi ciclabili, pedonali ed ambientali lungo il fiume Esino e per la redazione di un progetto preliminare per il tratto che va dal centro urbano fino al fiume Esino e di qui al confine con il comune di Chiaravalle. La progettazione è stata consegnata al Comune di Jesi, il Sindaco ha provveduto a richiedere alla Regione Marche il contributo di cui all'art. 8 della Legge Regionale n. 16/96 per la realizzazione di piste ciclabili ed ambientali nel territorio comunale, in sinistra orografica, dal centro cittadino al fiume Esino zona Moreggio fino al confine con il comune di Chiaravalle. L'importo dei lavori è pari a 400 milioni e la partecipazione della Regione Marche potrebbe coprire il 50% della spesa.